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sabato 14 giugno 2014
Ritiro a Milano 4-6 Luglio 2014 - Le Quattro Cose Eccelse, secondo gli insegnamenti di Tapihritsa
Le Quattro Cose Eccelse, secondo gli insegnamenti di Tapihritsa
Il giovinetto, che era un’emanazione, espose le istruzioni concernenti le Quattro cose eccelse: “Quando (la mente) non si aggrappa (alle apparenze), queste visioni si auto-libereranno da sé. Perciò, lascia che la tua Consapevolezza intrinseca (rigpa), che è in sé priva di qualsiasi parzialità (o giudizio), trascuri (le visioni) grazie a un benevolo disinteresse. Semplicemente lasciarle andare in questo modo è la prima cosa eccelsa.
Quando il processo di meditazione è privo di concetti (o giudizi), questo soltanto preserva uno stato di chiarezza inerente e perciò si vigila sulle esperienze incontrollate, di modo che queste non permangono (causando distrazione). Vigilare su se stessi (contro le distrazioni) rappresenta la seconda cosa eccelsa.
Quando la tua condotta è priva di attaccamenti (o desideri), eppure vigili in una condizione di distensione, allora le visioni che possono sorgere in ogni momento e luogo sono direttamente recise (lasciate così come sono, senza giudizio ed elaborazione concettuale). La semplice recisione immediata (dei giudizi e dei concetti) rappresenta la terza cosa eccelsa.
Quando non si desidera il frutto o risultato (o non lo si grava di attese), ogni cosa sorge naturalmente e spontaneamente da sé, così com’è. Si consente così che i tratti caratteristici dell’attesa così come dell’ansia (rispetto a ciò che verrà in futuro) si auto-liberino da sé nella loro condizione originaria (che è lo stato di vacuità). Questo solo processo di (auto-) liberazione rappresenta la quarta cosa eccelsa.
Devi ponderare attentamente questi punti (concernenti la visione, la meditazione, la condotta ed il frutto) in modo da valutare se rappresentino la via della chiarezza o della non-chiarezza!”.
Così disse, e rimase lì (sospeso nello spazio).
Quando il processo di meditazione è privo di concetti (o giudizi), questo soltanto preserva uno stato di chiarezza inerente e perciò si vigila sulle esperienze incontrollate, di modo che queste non permangono (causando distrazione). Vigilare su se stessi (contro le distrazioni) rappresenta la seconda cosa eccelsa.
Quando la tua condotta è priva di attaccamenti (o desideri), eppure vigili in una condizione di distensione, allora le visioni che possono sorgere in ogni momento e luogo sono direttamente recise (lasciate così come sono, senza giudizio ed elaborazione concettuale). La semplice recisione immediata (dei giudizi e dei concetti) rappresenta la terza cosa eccelsa.
Quando non si desidera il frutto o risultato (o non lo si grava di attese), ogni cosa sorge naturalmente e spontaneamente da sé, così com’è. Si consente così che i tratti caratteristici dell’attesa così come dell’ansia (rispetto a ciò che verrà in futuro) si auto-liberino da sé nella loro condizione originaria (che è lo stato di vacuità). Questo solo processo di (auto-) liberazione rappresenta la quarta cosa eccelsa.
Devi ponderare attentamente questi punti (concernenti la visione, la meditazione, la condotta ed il frutto) in modo da valutare se rappresentino la via della chiarezza o della non-chiarezza!”.
Così disse, e rimase lì (sospeso nello spazio).
Traduzione dal tibetano di John Myrdhin Reynolds
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