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mercoledì 20 aprile 2011

E Come Faccio Le Offerte?

Stavo leggendo delle offerte in "9 ways of Bon" ed ho pensato che già che sto scrivendo quà delle domande e delle risposte che mi porgevo, si dovrebbe ricordare anche queste.

Di solito le domande che ti stai facendo sono queste:
-che cosa si deve offrire?
-si deve offrire solo quello ce si dice quando si parla del altare (leggi i miei post di altari anche)?
-che fare poi delle offerte che ho fatto ieri?

Nel "9 ways" è descritto tutto molto chiaro, ma chi sà, forse qualcuno non ha questo libro.

Allora, ricapitoliamo.

La prima cosa da capire è che questa è una pratica che dovrebbe generare Generosità. Il che vuol dire, staccarti dall'attaccamento alle cose che ti piaciono (a te, non ai Buddha), rinunciare in questo senso alla dipendenza dagli oggetti e -anche- pensare alla pratica, ai Buddha in ogni momento della vita.

Di conseguenza offrire si può (e si dovrebbe) in ogni momento della vita e qualsiasi cosa bella e cara secondo gusti tuoi. Bel tempo, bel fiore, bella vista sulle montagne. Penso che lo stesso scopo ha la preghiera prima di mangiare. Offerta del cibo che stai per mangiare ai Buddha e Bodhisattva. E dopo aver mangiato ai altri ospiti. Certo i Buddha in persona non hanno bisogno del tuo cibo. Sei tu che hai bisogno di raggiungere lo scopo della pratica.

In un testo che una volta ho studiato -oggi non saprei purtroppo dirti il titolo, ma mi puoi credere,- si diceva che le offerte migliori sono quelle mentali non quelle naturali, fisiche. Perciò si offre un palazzo fatto di gioielli, altre cose del genere. Si può creare nella mente qualsiasi cosa riempita di oggetti che rappresentano valore per te. Bene, è chiaro, ogni oggetto non è altro che supporto, stampella. Se riesci camminare senza quelli è meglio ancora.

Ho pensato adesso che la storia cristiana quando il Dio ha richiesto che Abramo (o chi era) di sacrificare il figlio non è una conferma di brutalità del Dio (come la vedevo io fin ora), ma soltanto una prova di rinuncia all'attaccamento a qualcosa più caro nella vita. In questo caso il figlio. Forse era anche unico, non mi ricordo.

Dall'altro canto -e questo non sò fino a che punto è la verità,- si dice che ai spiriti si devono offrire le cose bianche. Ma gli spiriti non sono altro che esseri di altri regni di sofferenza, perciò devono amare le cose materiali. Penso io. Non li possono mangiare come lo facciamo noi, fisicamente, ma se per qualche motivo a loro piace, perchè non offrirle un po' di latte? Ed avere un po' meno ostacoli nella vita.

Offerta che si fà sul altare che è un posto santo per la presenza di dei, dove tu li chiami di scendere o come lo dici o immagini, diventa a sua volta una cosa santa. Non è che H2O diventa O2H. Il cambiamento è nella testa. E' la mente che crea tutto in questo mondo. A questo punto, se credi che stai bevendo un veleno, è molto probabile che ti senti male (l'effetto placebo, si?). Se invece prendi l'acqua dal tuo altare, pensi che questo non è altro che un nettare benedetto dai dei, un elissir, che scendendo dentro il tuo corpo ti cura qualcosa, allora questo diventa l'elissir. E se ci credi fermamente che questo è l'elissir, e lo offri a qualcuno che ne ha bisogno (anche gatto, cane, fiore), allora la tua energia "messa dentro" (il fatto provato scentificamente che noi trasmettiamo il pensiero all'acqua) può curare davvero.

Di conseguenza, non ha importanza quanto tempo rimane la tua offera sul altare anche se Lopon Rinpoche dice di un'ora. Importante è che pensiero ci hai messo.

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